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Come proteggersi al meglio dall’inflazione

Un quadro generale

Il conflitto in Ucraina ha portato ad un incremento dei prezzi dell’energia, che stanno spingendo al rialzo l’inflazione. Ma non è soltanto il comparto energia a correre, quanto anche agricoltura, soft commodities e industriali.
La guerra ha solamente rafforzato e accelerato un trend già esistente. Infatti, dopo oltre dieci anni di inflazione bassa e stabile, il 2021 ha visto un significativo aumento dei prezzi al consumo, andando ad intensificare il fenomeno del caro-vita.
L'aumento dei prezzi dell'energia e le difficoltà della catena di approvvigionamento stanno portando a un'impennata negli indici dei prezzi al consumo rispetto a quanto previsto in precedenza dalle banche centrali.
Tra gli esperti economici, vi è chi prevede uno scenario di stagflazione. In una tale prospettiva, la politica economica avrà il compito di contrastare l’inflazione cercando di non appesantire un ciclo monetario già in progressivo rallentamento. Anche dal punto di vista fiscale, la situazione è sul medesimo piano: da una fase delicata che si pensava conclusa, da cui è scaturito enorme debito pubblico dovuto alla lotta alla pandemia, si è passati ad un momento storico in cui è necessario dover affrontare ingenti spese nel campo militare e della difesa.

Inflazione: le opinioni degli economisti

Come accade in ogni momento di crisi vi sono accesi dibattiti e differenti scuole di pensiero degli esperti in materia economica.
Vi è chi considera questa fase inflazionistica come temporanea e perciò ritiene non si debba agire per raffreddare l’economia, in quanto potrebbe bloccare una effettiva ripartenza.
Al contrario, altre teorie sostengono che finché le banche centrali non interverranno alzando i tassi di interesse, l’inflazione continuerà a lungo per via delle aspettative degli attori economici.
Esiste poi una terza corrente di pensiero che presuppone la possibilità di utilizzare degli strumenti “non convenzionali” per limitare l’inflazione. Chi appoggia questa teoria argomenta che l’inflazione attuale è un fenomeno che nasce in alcuni settori specifici dell’economia, in cui spesso sono stati registrati anche aumenti vertiginosi dei profitti. Una possibile soluzione, quindi, sarebbe quindi cercare di bloccare l’aumento dei prezzi in quelle aree specifiche con misure mirate e non destinate all’intera economia.

Soluzioni e consigli nel breve e nel lungo periodo

In primo luogo, a fronte dell’elevato livello di incertezza derivante dalla crisi attuale in Ucraina, la priorità immediata è salvaguardare l’operatività del settore finanziario e non compromettere la fiducia dei consumatori: questo per poter contenere l’impatto dello shock sull’economia reale e per preservare le condizioni per una regolare attuazione della politica monetaria.
In secondo luogo, la ripresa va accompagnata in maniera equilibrata, grazie a interventi prudenti e graduali man mano che diverranno più chiare le conseguenze dell’attuale crisi.
Vista la situazione attuale è verosimile che sia le borse che i mercati obbligazionari scendano. Può essere allora un vantaggio che gli investitori privilegino investimenti in beni reali e in attività di cherry-picking, da intendersi come la selezione e la gestione attiva dei sottostanti da inserire nel portafoglio, rispetto a gestioni meramente passive. Le società che daranno le maggiori soddisfazioni e ritorni ai loro azionisti e obbligazioni sono quelle dotate di un certo potere di mercato, e che riusciranno a traslare sui prezzi i maggiori costi di produzione, difendendo i loro margini. L’occhio esperto dei consulenti e degli analisti finanziari diventa cruciale per identificare quali siano le realtà meglio attrezzate per reggere l’urto e garantire una crescita sostenibile nel medio lungo periodo.

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